“Cristo è risorto dai morti, calpestando con la sua morte la Morte. E a quanti erano nel sepolcro ha donato la vita.”
Tropario, tono V
Dal Santo Vangelo secondo l’Apostolo ed Evangelista San Giovanni (Gv 1: 1-17)
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure, il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me».
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Riflessione
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo:
CHRISTÒS ANESTI!
Sì, Cristo quest’oggi è veramente risorto e non vi è nessun corpo nella tomba.
Rallegratevi ed esultate dunque, perché noi siamo stati liberati dalle catene che ci tenevano legati alla vecchia Tirannia del peccato. E per tale motivo, in questa solennità bella e luminosa, la Madre Chiesa ci invita a meditare il prologo del Santo Vangelo di San Giovanni che è proprio un annuncio di gioia e di letizia!
Dio si fa uomo, e per opera dello Spirito Santo si incarna nel seno della Vergine Maria e cammina con noi.
Tuttavia, pur essendo uomo, la sua natura divina non lo ha sottratto dalle grinfie della morte:
“Egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò sé stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sottoterra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore! a gloria di Dio Padre”.
(Fil 2: 6-11)
Carissimi, condivido con il voi il pensiero di San Massimo di Torino, (Sermoni 53,4) a tal riguardo:
In questo santo giorno tutti dobbiamo esultare. Nessuno si sottragga alla comune letizia per il rimorso dei peccati, nessuno si allontani dalle comunitarie suppliche per il peso dei delitti! Per quanto sia peccatore, in questo giorno non deve disperare dell’indulgenza; perché c’è a suo conforto un precedente illustre; se un ladrone meritasse il paradiso, un cristiano non meriterebbe il perdono? E se a quello il Signore perdonò dalla croce, molto più perdonerà a questi nella risurrezione, e, se nella umiliazione della passione tanto donò a chi si confessava peccatore, quanto darà a chi supplica nel dì glorioso della risurrezione? Come ben sapete, si è più disposti a conceder favori nel giorno felice del trionfo che nella prigionia e nella pena”.
Amati fratelli, noi che siamo stati redenti dal Signore, e che siamo stati da Lui chiamati non possiamo stare fermi, lungo il nostro cammino della fede, a non fare niente.
Se noi siamo Cristiani, la nostra missione è quella di portare a tutti l’annuncio di gioia della Resurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo ed essere da lui chiamati “figli”:
“Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: «Abbà! Padre!». Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio”. (Gal 4: 4-7)
Ed io, per tanto, vi esorto: annunciate la parola, insistete a tempo opportuno e importuno, cercate di convincere, rimproverate, esortate con ogni longanimità e dottrina. Siate prudenti in tutto, sopportate i travagli, fate opere di evangelizzazione e adempiete il vostro ministero.
Senza mai dimenticare che:
“Colui che fu manifestato nella carne, fu giustificato nello Spirito,
apparve agli angeli,
fu predicato alle nazioni,
fu creduto nel mondo,
fu assunto nella gloria”.
(1Tm 3:16)
Fratelli carissimi, per questa bellissima solennità, molti di voi hanno preparato dei pranzi da favola e sarete circondati dall’affetto delle persone che vi vogliono bene. Tuttavia, il mio pensiero va verso coloro che, pur avendo dei familiari, sono costretti a celebrare questa Santa Pasqua da soli.
Mi riferisco a coloro che sono in carcere, che sono allettati negli ospedali o vivono nelle case di cura e a coloro che sono stati semplicemente abbandonati e dimenticati dalle rispettive famiglie.
Possa questo mio messaggio di letizia alleviare le vostre sofferenze e darvi la forza, quella minima ma necessaria, per continuarvi ad affidarvi alla Divina Provvidenza senza mai perdere la Fede e la Speranza.
Fratelli amati, oggi Cristo risorge dai morti e noi siamo stati perdonati. Perdonati, veniamo nuovamente ricreati a immagine e somiglianza di Dio. Ecco che si compie oggi la nuova creazione: la Nuova Allenza.
Durante la nostra vita, ci capita spesso di sbagliare: sbagliamo a fare qualcosa durante il lavoro, sbagliamo come ci comportiamo con gli amici o con i nostri genitori, sbagliamo come ci relazioniamo con gli altri perché siamo pieni del nostro ego, spesso sbagliamo perché semplicemente decidiamo di seguire e di intraprendere strade del tutto sbagliate.
Ma al di là di tutti gli errori, volontari ed involontari, che nella nostra vita abbiamo fatto, Dio ci offre oggi il suo perdono: ci dà una seconda possibilità. Una possibilità che è anche una responsabilità.
Questa seconda possibilità, da parte mia, la sperimentai molti anni fa quando ancora facevo parte della Chiesa Cattolica. E questo ricordo è ancora vivido nella mia testa proprio come se fosse successo ieri.
Io ero a Modena la Solennità del Corpus Domini ed insieme a mio padre andai a messa nella Chiesa di San Pietro e, a seguire della celebrazione, seguimmo la processione Eucaristica per le vie del centro storico.
Una volta arrivati sul sagrato del Duomo, dedicato a Santa Maria Assunta in Cielo e a San Geminiano, mi misi in ginocchio. In silenzio pregai ardentemente che il Signore cancellasse tutti i miei peccati facendomi rinascere a nuova creatura.
Ad un certo punto della mia preghiera sentii distintamente questa voce che mi disse: “Và! Io ti ho perdonato!”. Dopo aver capito quello che era da poco avvenuto, scoppiai in un pianto silenzioso anche quasi liberatorio e ringraziai il Signore per la grazia che mi ha concesso.
Cari Fratelli, vedete? A tutti noi ci viene offerta la salvezza. A tutti noi ci vene dato il perdono dei propri sbagli. In qualunque situazione voi vi troviate, oggi gioite! Gioite e non stancatevi mai di affidarvi, con tutte le vostre forze, a Colui che oggi è diventato primizia dei dormienti.
Concludo questa mia riflessione con l’omelia di San Giovanni Crisostomo:
“Se uno è pio e amico di Dio, gioisca di questa festa bella e luminosa!
Se è un servo riconoscente, entri lieto nella gioia del suo Signore. Se ha penato per digiunare, si goda ora il suo compenso.
Se fin dalla prima ora ha lavorato, riceva oggi il giusto dovuto.
Se uno è giunto dopo la terza ora, faccia festa, grato.
Se è arrivato dopo la sesta ora, non dubiti, non perderà nulla.
Se ha tardato fino alla nona, si faccia avanti senza esitare.
Se è arrivato solo all'undicesima, non tema per il ritardo; poiché il Padrone è generoso, e riceve l'ultimo come il primo.
Concede il riposo all'operaio dell'undicesima come a quello dell'ora prima, ha misericordia dell'ultimo, e approva il primo, dà a questi e fa grazia a quell'altro; accetta le opere e ha cara la volontà, onora l'azione e loda l'intenzione.
Entrate tutti, dunque, nella gioia del nostro Signore: gli uni e gli altri, godete del salario!
Ricchi e poveri, danzate in coro insieme! Astinenti e pigri, onorate questo giorno!
Voi che avete digiunato, e voi che non avete digiunato, rallegratevi oggi: la mensa è ricolma, deliziatevi tutti; il vitello è abbondante, nessuno esca affamato; tutti gustate del banchetto della fede, tutti gustate la ricchezza della soavità, nessuno lamenti la povertà: è apparso infatti il regno che ci accomuna.
Nessuno pianga per i peccati: il perdono infatti è sorto dalla tomba. Nessuno tema la morte: ce ne ha infatti liberato la morte del Signore; l'ha spenta Lui, che ne è stato trattenuto; ha depredato l'Inferno, Lui che è sceso all'Inferno; Egli l'ha amareggiato, quando quello gustò della sua carne.
Lo previde Isaia, ed esclamò: L'Inferno fu amareggiato, incontrandoti là sotto. Amareggiato, e infatti fu annientato. Amareggiato, e infatti fu imbrogliato. Amareggiato, e infatti fu ucciso. Amareggiato, e infatti fu distrutto. Amareggiato, e infatti fu incatenato.
Prese un corpo, e si trovò davanti Dio. Prese terra, e incontrò cielo. Prese quel che vedeva, e cadde per quel che non vedeva. Dov'è, o Morte, il tuo pungiglione? dov'è, o Inferno, la tua vittoria?
È risorto Cristo, e sei precipitato! È risorto Cristo, e sono caduti i demòni! È risorto Cristo, e gioiscono gli Angeli! È risorto Cristo, e la vita trionfa! È risorto Cristo, e non c'è un più un sol morto nel sepolcro! Cristo, infatti, si è svegliato dai morti e si è fatto primizia dei dormienti. A Lui la gloria e il potere nei secoli dei secoli. Amen.”
Buona e Santa Pasqua a tutti voi!
E ricordatevi…
“Se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede… e voi siete ancora nei vostri peccati”
(1 Cor 15,14.17)
Arcidiacono Michele Alberto Del Duca
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