Dal Santo Vangelo secondo l’Apostolo ed Evangelista San Luca (Lc 8: 5-15).
“In quel tempo, Gesù disse: “Il seminatore uscì a seminare la sua semente.
Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto”. Detto questo, esclamò: “Chi ha orecchi per intendere, intenda!”.
I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola.
Ed egli disse: “A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano.
Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza”.
Riflessione
Carissimi fratelli e sorelle nella fede, auguro pace e bene a tutti voi!
In questa XXI domenica dopo Pentecoste, abbiamo ascoltato due letture molto significative: la lettera di San Paolo Apostolo ai Galati (Gal 2:16-20) e la Parabola del Seminatore.
Nella sua lettera ai Galati, San Paolo esprime alcuni punti chiave della sua teologia, in particolare riguardo al concetto di giustificazione, la legge e la vita in Cristo. Ecco una spiegazione dei principali messaggi che Paolo vuole trasmettere in questi versetti:
1. Giustificazione per mezzo della fede in Cristo (v. 16): Paolo afferma che l'uomo non può essere giustificato (ovvero, considerato giusto o giusto davanti a Dio) attraverso l'osservanza delle leggi religiose, ma piuttosto attraverso la fede in Gesù Cristo. Questo è un tema centrale nella teologia di Paolo: la salvezza non è guadagnata mediante le opere, ma è un dono di Dio ottenuto attraverso la fede in Cristo.
2. La fede non promuove il peccato (v. 17): Paolo affronta l'argomento che, se la giustificazione fosse basata sulla fede, allora potrebbe sembrare che Cristo favorisca il peccato. Egli respinge questa idea, affermando che la fede in Cristo non significa promuovere il peccato ma piuttosto riconoscere il bisogno di grazia divina e la capacità di essere giustificati nonostante i nostri peccati.
3. Non tornare alla legge (v. 18): Paolo mette in guardia contro il tentativo di "riedificare" ciò che è stato distrutto, cioè, cercare di tornare all'osservanza rigorosa della legge religiosa dopo aver accettato la giustificazione per mezzo della fede in Cristo. Questo atto di "riedificazione" sarebbe una manifestazione di trasgressione, poiché si rifiuterebbe il dono della grazia divina in favore delle opere della legge.
4. Vita in Cristo (v. 20): Paolo conclude questi versetti parlando della sua identificazione con Cristo. Afferma che è stato crocifisso con Cristo, il che significa che la sua vecchia natura è morta e che ora vive una nuova vita in comunione con Cristo. La sua vita è vissuta nella fede in Gesù Cristo, che lo ha amato e si è sacrificato per lui.
In generale, questi versetti riflettono l'importanza della fede in Cristo come mezzo di giustificazione e il rifiuto dell'idea che le opere della legge siano il modo per ottenere la salvezza. Paolo sostiene che la salvezza è un dono di Dio, ottenuto attraverso la fede in Cristo, e che questo dono porta a una trasformazione profonda nella vita del credente, permettendogli di vivere in comunione con Cristo che nel vangelo odierno è raffigurato come il Seminatore.
Ben amati fratelli, nella lettura di oggi, abbiamo ascoltato la parabola del Seminatore, ma cosa significa esattamente la parola "parabola"?
Il termine "parabola" deriva dal greco "parabolé," che letteralmente significa "comparazione e similitudine." È interessante notare che nella tradizione rabbinica questa figura è chiamata "משל" (ma'al), che significa "esempio" in modo letterale.
Una parabola è un tipo di racconto didattico che si distingue da miti, allegorie e favole. È un modo di comunicare che utilizza esempi concreti ed è basato sulla comparazione tra due situazioni: una che è familiare e una che è meno conosciuta.
Il Signore Gesù usava spesso le parabole quando insegnava, soprattutto quando si rivolgeva alle persone comuni che, per vari motivi, non avevano avuto l'opportunità di ricevere una formazione avanzata. L'obiettivo era quello di spiegare concetti complessi in modo semplice, consentendo alle persone di comprenderli immediatamente. Ma c'era anche un altro scopo: aiutare gli ascoltatori a passare da un modo familiare di interpretare la realtà e le parole a una nuova prospettiva, spesso sorprendente e inusuale.
Le parabole erano, quindi, uno strumento potente nelle mani di Gesù per insegnare importanti verità spirituali in un modo accessibile e memorabile, che coinvolgeva gli ascoltatori e li spingeva a riflettere più a fondo sulla loro fede e sulla loro relazione con Dio.
Cari fratelli e sorelle, l'immagine dell'icona di questa domenica raffigura il buon Seminatore come simbolo del Figlio di Dio che sparge la Parola del Padre tra il popolo. La parabola si concentra sul terreno che riceve e accoglie questa Parola, rappresentato in quattro modi distinti: la strada, la pietra, le spine e la terra buona.
1. La strada:
Il concetto della "strada" nella parabola del Seminatore rappresenta un tipo di ascoltatore o cuore umano che non è pronto ad accogliere e nutrire la Parola di Dio. In questo contesto, il seme della Parola di Dio viene sparso su questo terreno, ma non trova radici profonde e non viene interiorizzato. È importante notare che il termine "cade" usato per il seme non implica che venga gettato con forza o negligenza, ma al contrario, rappresenta l'atto generoso del Signore nel diffondere la sua Parola a tutti indiscriminatamente.
Come il seminatore non fa distinzioni tra i tipi di terreno, così anche il Signore non discrimina tra ricchi e poveri, saggi e ignoranti, negligenti e zelanti, coraggiosi e vili. Egli parla a tutti e fa il suo lavoro, anche se sa in anticipo ciò che accadrà.
Carissimi fratelli, in questa parabola del seminatore, Gesù menziona l'influenza di Satana nel contesto del terreno lungo la strada.
Il Signore spiega che i semi che cadono sulla strada rappresentano coloro che ascoltano la Parola di Dio, ma il diavolo viene subito e la toglie dai loro cuori. Questa parabola illustra come il Maligno possa ostacolare la ricezione e l'accettazione della Parola di Dio.
Questa parabola, presente nei Vangeli di Matteo e Marco, illustra il concetto del Regno dei Cieli ed esamina l'accoglienza della Parola di Dio da parte delle persone in vari tipi di terreno.
Citando questo passo tratto dal Vangelo di Matteo (Matteo 13:18-19):
"Nel comprendere la parabola del seminatore, notate che, quando qualcuno ascolta la Parola del Regno ma non la comprende, il Maligno interviene e "ruba" ciò che è stato seminato nel suo cuore, simboleggiato come il seme gettato lungo la strada."
Gesù spiega che, quando una persona ascolta la Parola di Dio ma non la comprende, il diavolo interviene e "ruba" ciò che è stato seminato nel cuore di quella persona. Il termine "ruba" in questo contesto indica che il diavolo può influenzare le persone in modo che non comprendano o non accettino la Parola di Dio, ostacolando così la crescita della loro fede.
Nella spiegazione data da Gesù il terreno duro rappresenta coloro che ascoltano la parola di Dio, ma subito il diavolo viene e porta via la parola seminata nei loro cuori, affinché non possano credere ed essere salvati.
Quindi, nella parabola del seminatore, il diavolo rappresenta la forza o l'influenza negativa che può impedire alle persone di accogliere la Parola di Dio e di credere in essa.
Benamati fratelli in Cristo, il concetto del diavolo come leggiamo nel contesto del Vangelo odierno, è una realtà! E l’Incarnazione ne rende testimonianza.
Carissimi, tra pochi giorni entreremo nel mese di novembre e secondo il calendario gregoriano, un calendario seguito da molte persone in occidente, ci prepariamo a celebrare una festa dedicata a tutti i santi.
Detto questo, c’è tuttavia un frutto della corruzione che si vede chiaramente nella celebrazione mondiale di una festa popolare che è stata importata da Hollywood che porta in sé antiche radici pagane, e celebra la dannazione delle anime. Mi riferisco chiaramente alla festa di Halloween: la festa dei dannati.
Il nome “Halloween” (in irlandese Hallow E’en) deriva dalla forma contratta di All Hallows’ Eve, dove Hallow è la parola arcaica inglese che significa “Santo”: la vigilia di tutti i Santi, quindi. Ognissanti, invece, in inglese è “All Hallows’ Day”.
Dunque, la presenza malefica di Satana è così descritta:
1. Egli era un Angelo e Dio gli aveva affidato un incarico importante. Tuttavia, a causa della profondità del suo orgoglio che ha poi causato in seguito la ribellione, fu ripudiato perdendo così facendo tutti gli onori da Dio ricevuti.
2. Il frutto di questa ribellione è come una brutale gelosia marcia che opera come un’infezione specialmente al pensiero che Dio, nella sua divina incarnazione, abbia assunto su di sé tutta la nostra natura umana.
3. Questa gelosia è come una brutale epidemia che causa la corruzione di ogni virtù con lo scopo di recare danno alla comunità dei Santi (battezzati) resi immuni grazie alla partecipazione ai Divini e Santi Misteri.
4. Questa vera e propria pandemia, ha come obiettivo primario quello di dominare ogni essere vivente che possiede il libero arbitrio.
5. La tattica del Maligno, inoltre, è quella tipica del narcisista. Ovvero: la sua abilità è nel riuscire ad isolare le persone per poi imprigionandole all’interno delle loro menti. Uno di questi frutti è la depressione. E proprio quando l’uomo è in preda alla depressione, lo sappiamo benissimo, si racchiude dentro al carcere della propria mente.
La parabola sottolinea l'importanza di essere aperti e disposti ad accogliere la Parola di Dio nelle proprie vite, in modo che essa possa crescere e portare frutto.
Questo accade perché queste persone non credono davvero nella Parola divina e non hanno un desiderio sincero o una convinzione spirituale. La Parola non trova alcuna accoglienza in loro, proprio come un seme non può penetrare su una strada indurita e battuta. Invece, questa Parola rimane superficiale e vulnerabile, simboleggiata dal fatto che viene calpestata o diventa preda degli uccelli.
L'insegnamento qui è che solo quando ci prendiamo cura della Parola divina e la interiorizziamo con fede e devozione, il diavolo non potrà rubarla. Dobbiamo avere un cuore aperto e disposto a ricevere la Parola di Dio, nutrendola e permettendo che radichi profondamente in noi. In questo modo, la Parola può portare frutto nelle nostre vite. Se, invece, non prestiamo attenzione e non ci prendiamo cura della Parola, essa rimarrà superficiale e vulnerabile alla perdita.
La lezione qui è che dobbiamo essere aperti, recettivi e devoti alla Parola di Dio per trarne beneficio e crescere spiritualmente rinunciando così a Satana e a tutte le sue seduzioni quando esse si presentano con buna forza di volontà e di disciplina personale.
Amati fratelli e sorelle in Cristo, la resistenza a Satana implica combattere le tentazioni, il male e l'influenza negativa che questa figura rappresenta.
Combattete con la Preghiera, vivendo una vita virtuosa basata su principi morali ed etici evitando il peccato e cercando di fare scelte giuste e sagge. Partecipate vivamente a questa comunità di fede per offrire sostegno e incoraggiamento nella lotta contro il male. Rafforzando così la fede e la determinazione. Agite in modo compassionevole, altruista e amorevole contrasta l'influenza negativa di Satana. Ricordatevi: Il bene può sconfiggere il male.
2. La pietra:
Nel caso della "pietra" nella parabola del Seminatore, il terreno rappresenta un altro tipo di ascoltatore. In questo caso, il terreno è come una roccia: sembra avere un po' di spessore, ma non abbastanza per trattenere l'umidità, che simboleggia la conoscenza di Cristo e la fede profonda.
Questo tipo di ascoltatore accoglie la Parola di Dio con gioia iniziale e sembra credere, ma non ha radici profonde nella fede. Queste persone possono credere per un certo periodo, ma quando giunge l'ora della tentazione o della difficoltà, cedono facilmente. Questo perché la loro fede è superficiale, come una pianta che cresce su una roccia senza radici sufficienti per trarre nutrimento e umidità dalla terra.
Il riferimento all'episodio del popolo d'Israele nel libro dell'Esodo sottolinea l'importanza di avere una fede solida e radicata. Nel caso dell'episodio citato, il popolo d'Israele, pur avendo visto miracoli e ricevuto la guida di Mosè, abbandonò rapidamente la loro fede in Dio e si rivolse all'idolatria quando Mosè tardò a scendere dalla montagna. Questo dimostra quanto sia fondamentale avere una fede salda e radicata in modo che non si ceda alle tentazioni o alle difficoltà al primo ostacolo.
In sintesi, la lezione qui è che la fede superficiale non può sopportare le prove e le difficoltà. È importante avere una fede radicata e solida, in modo che la Parola di Dio possa crescere e prosperare in noi anche di fronte alle sfide.
3. Le spine.
Nella parte della parabola del Seminatore che riguarda le “spine,” la terra simboleggia un altro tipo di ascoltatore. In questo caso, il seme cade in mezzo alle spine, ma queste crescono insieme ad esso e alla fine soffocano la pianta in crescita.
San Basilio Magno ci fornisce una guida spirituale importante, sottolineando l’importanza della sobrietà, dell’evitare le cose vane e della rinuncia alle glorie mondane. Questo tipo di ascoltatore rappresenta coloro che, dopo aver ascoltato la Parola di Dio, permettono che le preoccupazioni, la ricchezza e i piaceri terreni prendano il sopravvento nella loro vita. Queste distrazioni mondane impediscono alla Parola di Dio di crescere e portare frutto. È come l’esperienza di Giuda, il traditore che, pur avendo conosciuto Gesù, cedette alle tentazioni della ricchezza e della tradizione.
La lezione principale qui è che dobbiamo fare attenzione a non permettere alle preoccupazioni e ai desideri terreni di soffocare la nostra fede e la nostra relazione con Gesù Cristo. Le distrazioni mondane possono essere come spine che ci impediscono di maturare spiritualmente. Dobbiamo rimanere saldamente attaccati all’amore misericordioso di Cristo, dedicando tutte le nostre energie a coltivare la nostra fede e la nostra relazione con Lui.
In questo modo, possiamo evitare di essere soffocati dalle preoccupazioni della vita e rimanere fedeli al Signore. Questa parte della parabola ci ricorda anche la nostra condizione umana fragile e l’importanza di rimanere fedeli a Cristo nonostante le sfide e le tentazioni che possiamo incontrare.
4. La terra buona.
Nella parte finale della parabola del Seminatore, il terreno rappresenta il tipo ideale di ascoltatore. Qui, il seme cade sulla terra buona, germoglia e produce un frutto abbondante.
Questo terreno simboleggia coloro che, dopo aver ascoltato la Parola di Dio con un cuore sincero e perfetto, non solo la accolgono con gioia ma la custodiscono e la fanno fruttare attraverso la loro perseveranza nella fede. In altre parole, queste persone non solo ascoltano la Parola, ma la mettono in pratica nella loro vita quotidiana con amore, dedizione e pazienza.
Il Signore offre una benedizione speciale a coloro che hanno amorevolmente protetto la Parola di Dio, difendendola dagli attacchi del maligno, sottolineando che il Regno dei Cieli è destinato a loro.
La lezione principale qui è che, per essere come la “terra buona,” dobbiamo costantemente lavorare su noi stessi, mantenendo il terreno del nostro cuore libero dalle erbacce delle distrazioni mondane. Assimilare la Parola di Dio richiede pazienza e costanza, proprio come strappare le erbacce da un terreno. La perseveranza è fondamentale, e il Signore ci incoraggia a perseverare fino alla fine crescendo spiritualmente e maturando nella fede.
La pazienza è un elemento chiave in questa parabola poiché indica anche la capacità di resistere alle sfide, di perseverare e di continuare a nutrire la Parola di Dio nei nostri cuori nonostante le avversità.
Quando i semi cadono su un terreno fertile, crescono, producono frutto e maturano. Questo frutto rappresenta la crescita spirituale, la fede salda e la testimonianza cristiana nella vita di coloro che hanno la pazienza di ascoltare la Parola di Dio, meditarla e metterla in pratica nel corso del tempo. La pazienza nella parabola del seminatore è il tratto che permette alle sfide, alle tentazioni e alle difficoltà di essere superate, consentendo alla Parola di Dio di radicarsi profondamente nei cuori e portare frutto spirituale.
Quindi, il frutto che produce la pazienza di questa parabola evangelica è una fede forte, matura e fruttuosa, insieme a una vita che rispecchia i principi e gli insegnamenti della Parola di Dio.
La preghiera e la relazione con Dio non sono un comando o un desiderio egoistico, ma un atto di totale fiducia e sottomissione a Dio. Dobbiamo concedere al Signore il tempo per operare in noi e trasformarci, proprio come l’argilla si modella nelle mani di un vasaio. La parabola ci ricorda che possiamo tutti cambiare e crescere spiritualmente nel tempo, raccogliendo i frutti del Divino Spirito.
In sintesi, la parabola del Seminatore ci insegna che la Parola di Dio può essere accolta e portare frutto quando la custodiamo con cuori sinceri, pazienza e perseveranza. È un incoraggiamento per coloro che cercano di crescere nella fede e un invito a coloro che possono essere distratti o negligenti a prestare attenzione alla Parola di Dio e metterla in pratica per la loro salvezza.
San Longino e il Buon Seminatore
Amati fratelli e sorelle in Cristo, questa domenica la Santa Chiesa di Dio celebra la memoria liturgica del Venerabile e Santo Martire Longino.
Egli era un centurione romano che ha giocato un ruolo significativo durante la Crocifissione di Gesù. Longino e i suoi soldati erano di guardia al Golgota, proprio ai piedi della Croce, quando Gesù fu crocifisso. Assistettero direttamente agli ultimi momenti della vita terrena di Gesù e ai miracoli che accompagnarono la Sua morte. Questi eventi ebbero un profondo impatto su Longino, che alla fine si convertì al cristianesimo e confessò pubblicamente che Gesù era il Figlio di Dio.
La tradizione cristiana racconta anche che Longino fosse il soldato che, con una lancia, trafisse il fianco di Gesù sulla Croce e che da quel ferimento ricevette la guarigione da un problema all'occhio.
Anche se non esiste un collegamento diretto o un'associazione specifica tra la parabola del Seminatore e San Longino martire. Tuttavia, è possibile trovare alcune connessioni tematiche tra la parabola del Seminatore e la storia di San Longino che possono essere utilizzate in una riflessione spirituale.
1. La conversione: La parabola del Seminatore come abbiamo visto, descrive diversi tipi di terreno in cui cade il seme della Parola di Dio. San Longino è spesso ricordato per la sua conversione al cristianesimo dopo aver visto il sacrificio di Gesù sulla croce e dopo aver preso parte al suo martirio. Entrambi i casi rappresentano il tema della conversione e della trasformazione spirituale.
2. La guarigione: Nella parabola del Seminatore, abbiamo assistito come il seme che cade nel terreno buono cresce e produce frutto. Nella storia di San Longino, la sua guarigione dalla cecità, secondo la tradizione, è associata al sangue di Cristo. Entrambi i casi affrontano il concetto di guarigione, sia fisica che spirituale, attraverso il contatto con la Parola di Dio o il sacrificio di Gesù.
3. La testimonianza di fede: Tanto la parabola del Seminatore quanto la storia di San Longino rappresentano testimonianze di fede. Nella parabola, il terreno buono rappresenta coloro che ascoltano la Parola di Dio e la custodiscono, producendo frutto attraverso la loro fede. San Longino testimonia la sua fede attraverso il suo atto di perforare il costato di Cristo e la sua conversione successiva al cristianesimo.
O Santo Martire Longino, fedele testimone di Cristo e strumento della Sua misericordia, ti preghiamo umilmente in questo momento di bisogno. Tu che hai assistito agli ultimi momenti della vita terrena del Salvatore, che hai visto i prodigi della Sua morte e hai confessato la Sua divinità, intercedi per noi davanti al trono di Dio.
San Longino, aiutaci a riconoscere la grandezza di Gesù Cristo nella nostra vita quotidiana. Preghiamo affinché possiamo avere la forza di confessare la nostra fede con coraggio, anche di fronte alle sfide e alle difficoltà. Aiutaci a vedere la misericordia di Dio in ogni situazione e a essere strumenti di amore e compassione nel mondo.
Prega con noi, o San Longino, affinché possiamo ricevere la guarigione e la trasformazione spirituale di cui abbiamo bisogno. Intercedi per noi nelle nostre suppliche e necessità.
San Longino, martire fedele, prega per noi affinché possiamo seguire l'esempio di fede e conversione. Guidaci sulla via della santità e dell'amore di Cristo, affinché possiamo un giorno condividere la Sua gloria eterna nel Regno dei Cieli.
Amen.
Che la benedizione di Dio Padre Onnipotente scenda su di voi e con voi rimanga sempre! Amen.
Arcidiacono Michele Alberto Del Duca
Comments